"Il cammino delle donne- Percorsi di fede nella storia valdese"
Lo scorso 3 novembre, nell'ambito degli eventi per gli 850 anni del movimento valdese, la nostra chiesa ha avuto il piacere di ospitare la giornalista e scrittrice Piera Egidi Bouchard. Dopo il culto, la giornalista ha tenuto la conferenza dal titolo "Il cammino delle donne- percorsi di fede nella storia valdese", di cui riportiamo di seguito una breve sintesi.
Della nascita del movimento valdese e del ruolo delle donne non si sa quasi nulla, se non che anch’esse predicavano, e che per questo furono perseguitate, secondo i racconti dell’Inquisizione, dai quali si deducono alcune poche notizie su di loro, ma come “moglie di”, ”figlia di”. L’adesione dei valdesi alla Riforma (1532) vide prevalere una concezione tratta dall’apostolo Paolo per cui le donne dovevano tacere durante le assemblee (I Corinzi 14,34). (Durante il dibattito teologico sul pastorato femminile tanti anni dopo (1948-1962), però, prevalse il versetto di Paolo (Galati 3,28) che nella chiesa non esistono nè Giudeo nè Greco, nè schiavo nè libero, nè maschio nè femmina).
Per secoli la donna valdese fu confinata nel ruolo famigliare, ma abbiamo notizie che già nel XVII secolo esse potevano chiedere al Sinodo la separazione o il divorzio o esigere il mantenimento per i figli nati fuori dal matrimonio. A differenza dei cattolici, infatti, il matrimonio è una scelta etica, ma non un sacramento. E le donne valdesi probabilmente erano a conoscenza di questo diritto di parità, derivata da un’istruzione religiosa comune, come nota la più grande scrittrice contemporanea valdese, Marina Jarre.
Nel 1848 i valdesi ottennero dal re Carlo Alberto di Savoia le libertà civili, e fu loro permesso di lasciare il “ghetto” delle Valli, e dopo l’unità d’Italia fu fondato un “Comitato di evangelizzazione”, a cui aderirono soprattutto delle giovani ragazze, le “maestrine”, che andarono ad aprire scuole e ad insegnare in tutta Italia. Abbiamo le lettere che descrivono la difficile condizione della loro missione,e quella delle popolazioni.
Per arrivare a conoscere compiutamente la vita e il ruolo di alcune donne, dobbiamo arrivare tra la fine del 1800 e i primi del 1900, incontrando figure come Lidia Poèt – prima avvocata d’Italia – o, nella Resistenza, donne impegnate nell’aiuto ai partigiani nelle Valli valdesi occupate dai nazisti come Marcella Gay, Vera Long, Frida Malan (che fu anche dopo la Liberazione Assessora al Comune di Torino, impegnata nell’YWCA, presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Piemonte), o Elena Fischli-Dreher, medaglia d’oro, che operò a Milano, e nel dopoguerra fu in quella città Assessora al Comune, la prima in Italia, e successivamente si trasferì a Zurigo, dove fu presidente del Concistoro, lottò per la pace e per l’integrazione degli emigrati.
Il dibattito sul pastorato femminile durò 14 anni (la definitiva approvazione è del Sinodo 1962) e ne riferisce in un suo saggio la pastora Giovanna Pons, una delle tre prime studentesse alla Facoltà valdese di Teologia, pastora solo dal 1981 (proprio nella chiesa di Zurigo), avendo dovuto prima lavorare come insegnante di matematica e fisica.
Il “Decennio ecumenico di solidarietà delle Chiese con le donne” (1988-1998) vede un miglioramento significativo della condizione femminile; oltre a molte pastore e diacone, presidenti dei consigli di chiesa, abbiamo avuto due donne elette nella massima carica di moderatore della Tavola valdese: la pastora Maria Bonafede ed ora la diacona e avvocata Alessandra Trotta.
Un dato significativo è che attualmente alcune donne cominciano a scrivere e a pubblicare la storia della propria esperienza di vita e della propria famiglia (Emmina Gay Rochat, Evelina Girardet, Hilda Girardet, Paola Vinay, Laura Nisbet, Bruna Peyrot, la più affermata storica valdese, Doriana Giudici). E altre ancora sono le studiose presenti in ogni campo, e le nostre teologhe (e mi scuso se ne cito solo alcune, in particolare le pastore Daniela Di Carlo, impegnata per i diritti e l’inclusività, Letizia Tomassone, docente alla Facoltà teologica, ed Erica Tomassone, che è stata vicemoderatora). Ma su ciascuna di loro sarebbe necessaria un'apposita conferenza!....
Le lotte del movimento delle donne dagli anni ’70-’80 hanno inciso anche sul modo di sentire delle nostre comunità. Stiamo uscendo poco alla volta da quella condizione di silenzio millenario, confinate nella famiglia e nella casa, schiacciate nel puro “servizio” anche nelle chiese.
Piera Egidi Bouchard